giovedì 17 gennaio 2013

Jan Palach...martire per la libertà!

Il 16 gennaio del 1969, Jan Palach, 21enne studente di filosofia, salì sulla scalinata del Museo Nazionale in Piazza san Venceslao di Praga, si cosparse di benzina e si diede fuoco. 
Era la sua protesta contro l’occupazione sovietica comunista.

Dopo giorni di agonia, morì il 19 gennaio 1969. Ai medici raccontò di essersi ispirato ai monaci buddisti che si diedero fuoco contro la Guerra nel Vietnam, attirando l’attenzione del mondo. Anche Jan avrebbe voluto attirare l’attenzione mondiale, ma la stampa sovietica fece il possibile per impedire la circolazione della notizia: l’occupazione sovietica doveva apparire come la volontà dei cecoslovacchi.


Jan Palach portava con sé una lettera, che non volle bruciasse con lui.
Venne letta subito dopo la sua morte.

"Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana.

Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zprav (giornale delle forze di occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà"
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