giovedì 24 novembre 2011

Test d'ingresso a Giurisprudenza, perché no?

La facoltà di Giurisprudenza è a numero aperto. Niente test d’ammissione. In seguito al DM 509/99, invece, molte facoltà hanno introdotto obbligatoriamente un test d’ingresso, per selezionare gli studenti che avrebbero poi potuto frequentare quelle facoltà. Perché a Giurisprudenza non è stato inserito un criterio simile? Forse che il numero degli avvocati non è eccessivo così come quello dei medici? Ma la domanda è un’altra: chi si iscrive a giurisprudenza è in possesso delle capacità necessarie per sostenere studi giuridici? Parlo di capacità, intendiamoci. Alcuni atenei, come il nostro, hanno deciso di inserire dei test di autovalutazione, cioè obbligatori ma non selettivi, tesi solo a individuare eventuali lacune formative. Nella facoltà di Giurisprudenza di Firenze, le domande di tale test sono essenzialmente di grammatica, di cultura generale e di logica. Chi registra un punteggio basso deve seguire obbligatoriamente dei corsi di recupero. Quali sono le capacità allora? Quelle su cui si basano i test. Non solo. La cultura generale non s’impara a lezione o eseguendo dei compiti; si acquisisce nel corso della vita, dagli studi fatti ma anche dagli interessi personali. La logica si apprende attraverso lo studio della matematica. Per lo più, però, è una parte del nostro essere che ci appartiene dalla nascita. La grammatica si studia a scuola ed è vero che spesso è una materia in cui gli studenti risultano carenti. Non si può, però, imparare solo con un corso di qualche mese all’università! Tutto ciò appare agli studenti come inutile e controproducente. Le capacità quindi fanno riferimento ad altro. La metà degli iscritti alla nostra facoltà, purtroppo, è demotivata. Molti si iscrivono solo perché non sono riusciti a superare dei test in altre facoltà che con il diritto non hanno nulla a che vedere. Giurisprudenza è una facoltà difficile, in cui la passione per lo studio del diritto deve essere davvero forte, capace cioè di superare ostacoli costituiti da libri lunghissimi e programmi complicati. Non è una passeggiata! Queste sono le capacità: tenacia, costanza, passione, determinazione. Perché allora continuare a mantenere in vita questo sistema dei test di autovalutazione che finisce per sminuire il peso di una facoltà come la nostra? Non sarebbe più dignitoso introdurre un test con le materie già citate, ma unito a un colloquio orale in cui valutare le motivazioni dello studente e il suo grado di determinazione? Negli USA il colloquio è previsto da sempre nelle grandi università private. Le facoltà di legge sono tra le più selettive del pianeta. In Italia dobbiamo lasciare che la facoltà più antica del mondo sia scelta solo per il prestigio che potrebbe conseguirne o, peggio, che studenti motivati vengano declassati quasi a ignoranti e costretti a seguire dei corsi inutili per recuperare qualcosa che non recupereranno in poche ore? Test d’ingresso a giurisprudenza, quindi, perché no?

Alessia Cersosimo

2 commenti:

  1. scusate avrei una domanda, perchè non riesco a leggere quest'articolo: la facoltà di giurisprudenza a Firenze è a numero aperto o chiuso?
    Grazie..

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