Azione Universitaria abbatte un muro in polistirolo per ricordare la fine della Guerra Fredda
In occasione del 22° anno dalla caduta del Muro di Berlino, una ventina di ragazzi di Azione Universitaria Firenze hanno abbattuto un muro di polistirolo da loro realizzato.
Abbiamo voluto ricordare - spiega Angela Sorice Responsabile di Scienze Politiche del movimento universitario di Centro Destra - una pagina triste nella storia dell'Umanità, con un gesto simbolico di abbattimento dei valori di odio, violenza e di oppressione rappresentati da un Muro, che ha diviso uomini e donne durante la Guerra Fredda.
I muri da abbattere sono ancora moltissimi - continua Chiara La Porta Consigliera di Facoltà - i muri dell'odio, dei baronati e delle ingiustizie. Oltre il muro ci sono i sogni di un domani che ci appartiene e siamo pronti ad abbattere qualsiasi ostacolo per raggiungerli.
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Vent'anni fa cadeva l'ultima vergogna d'Europa, il Muro che divideva un popolo e un mondo, cadeva quello che era stato il simbolo più crudele della Guerra Fredda.
Per 28 anni, dal 1961 al 1989, aveva tagliato in due la città di Berlino, occupata subito dopo la II Guerra Mondiale dalle potenze vincitrici. Venne costruito per arginare la fuga dei tedeschi orientali verso la libertà, verso la democrazia, loro negata dal male del XX secolo: il Comunismo.
I soldati dell'Est ricevettero l'ordine di sparare a vista sui civili inermi che cercavano di attraversare la zona di confine, che con gli anni sarebbe stata attrezzata con dei macchinari sempre più terrificanti, come mine anti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su tutto ciò che si muovesse nella "striscia della morte".
In tutti questi anni coloro che volevano portare il paradiso in terra, trasformarono l'Europa Orientale in un carcere duro. E oggi, anche se molti, specialmente nel mondo giovanile e universitario, ammettono che lo stalinismo e più in generale il sovietismo siano stati sinonimo di barbarie e di sopraffazione, non ammettono la complicità dei partiti comunisti occidentali con questi regimi spietati.
I muri da abbattere sono ancora moltissimi. Sono i muri dell'odio, della faziosità e dei baronati, delle ingiustizie, della corruzione, dell'apatia, dello sfruttamento e dell'omologazione. La nostra gioventù deve andare oltre ogni muro forte di nuovi sogni da inseguire per i quali battersi. Sono i sogni di un'Europa libera e sovrana, unita nelle tradizioni dei suoi Popoli e forte di un'identità millenaria che affonda le radici nella cultura cristiana, ellenistica e romana. Sono i sogni di un futuro fatto di identità, valori e di radici, di miti in cui credere e di esempi da seguire. Sono i sogni di un domani che ci appartiene e che non vogliamo delegare a nessuna utopia.
Per questo noi oggi non ci limitiamo a commemorare l'anniversario di un lieto evento, ma continuiamo a vigilare tenendo a mente le parole di Aleksandr Solzenicyn: "Per noi in Russia, il comunismo è un cane morto, mentre per molte persone in Occidente è ancora un leone vivente".
Leonardo Sperduti


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