I soldi dell'IMU sono finiti nelle banche. Mentre gli italiani piangono, le banche ringraziano Monti!!!
giovedì 24 gennaio 2013
venerdì 18 gennaio 2013
Polo di Novoli: Momenti di tensione durante la visita di Visco
Azione Universitaria denuncia “Situazione vergognosa! Pretendiamo provvedimenti da parte del Rettore!”
I Collettivi accolgono la visita del governatore di Bankitalia Visco al Polo di Novoli con striscioni ed un piccolo corteo di contestazione. In poche ore avviene l’incursione nell’aula in cui il governatore Visco teneva una lectio magistralis.
“Sono anni che denunciamo la pericolosità dei Collettivi all’Università ed i loro soprusi, - dichiarano Angela Sorice e Chiara La Porta, Presidente provinciale e Consigliera di Facoltà di Azione Universitaria – a scapito delle quotidiane minacce e intimidazioni che subiamo. È l’ennesima dimostrazione del loro sentirsi padroni intoccabili dell’università.
Chiediamo al Rettore Tesi di prendere posizioni nette nei loro confronti. Il suo silenzio ha portato a questo! Oggi abbiamo assistito ad una lezione di inciviltà ed anti-democrazia plateale da parte dei collettivi!”
Il Rettore Alberto Tesi ha cercato di calmare gli animi, ma i cori, gli urli ed i fischi contro Visco sono aumentati, questo implica l’assenza di rispetto da parte dei Collettivi nei confronti delle autorità.
“Le continue concessioni ai Collettivi da parte del Rettore di aule autogestite e aule occupate, che paghiamo noi studenti con le nostre tasse, non fanno altro che aumentare il potere indiscusso ed incondizionato dei Collettivi. – concludono Sorice e La Porta - Ci auguriamo che questo episodio increscioso sia l’ultimo di una lunga serie e che serva di lezione per un cambio di marcia, ne va del prestigio della Cesare Alfieri e di tutto l’Ateneo fiorentino.”
( articolo su gonews.it - articolo su corrierefiorentino.corriere.it )
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giovedì 17 gennaio 2013
Jan Palach...martire per la libertà!
Il 16 gennaio del 1969, Jan Palach, 21enne studente di filosofia, salì sulla scalinata del Museo Nazionale in Piazza san Venceslao di Praga, si cosparse di benzina e si diede fuoco.
Era la sua protesta contro l’occupazione sovietica comunista.
Dopo giorni di agonia, morì il 19 gennaio 1969. Ai medici raccontò di essersi ispirato ai monaci buddisti che si diedero fuoco contro la Guerra nel Vietnam, attirando l’attenzione del mondo. Anche Jan avrebbe voluto attirare l’attenzione mondiale, ma la stampa sovietica fece il possibile per impedire la circolazione della notizia: l’occupazione sovietica doveva apparire come la volontà dei cecoslovacchi.
Jan Palach portava con sé una lettera, che non volle bruciasse con lui.
Venne letta subito dopo la sua morte.
"Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana.
Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zprav (giornale delle forze di occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà".
Era la sua protesta contro l’occupazione sovietica comunista.
Dopo giorni di agonia, morì il 19 gennaio 1969. Ai medici raccontò di essersi ispirato ai monaci buddisti che si diedero fuoco contro la Guerra nel Vietnam, attirando l’attenzione del mondo. Anche Jan avrebbe voluto attirare l’attenzione mondiale, ma la stampa sovietica fece il possibile per impedire la circolazione della notizia: l’occupazione sovietica doveva apparire come la volontà dei cecoslovacchi.
Jan Palach portava con sé una lettera, che non volle bruciasse con lui.
Venne letta subito dopo la sua morte.
"Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana.
Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zprav (giornale delle forze di occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà".
mercoledì 9 gennaio 2013
La censura in Cina non esiste!
In Cina non esiste la libertà di stampa? Ma no, è solo un'invenzione dell'Occidente per demonizzare questo grande e democraticissimo Paese dal volto rosso. Siamo noi europei che la facciamo tanto lunga su questa storia della libertà di stampa, di espressione, di parola e bla bla bla con le nostre carte dei diritti e le nostre costituzioni. I cinesi se ne infischiano. Vivono beati nella loro censura, non sanno perchè dovrebbero poter dire quello che vogliono, perchè dovrebbero poterlo scrivere e urlare. Non capiscono nemmeno perchè dovrebbero poter PENSARE a qualcosa di diverso da quello che dice IL partito. Siamo nel 2013, mica nei film di fantascienza... cari occidentali... noi stiamo bene così imbavagliati, stretti nella morsa di una dittatura che corregge gli editoriali dei giornali come il Southern Weekly, che prevede nel codice penale la possibilità dell'arresto fino a 3 anni, senza darne giustificato motivo all'opinione pubblica, che vive ancora nei campi di rieducazione delle coscienze, che osanna la statua di Mao, e che vieta l'accesso ai social networks. Questa è la grande Cina, e già vi stiamo schiacciando con la nostra presenza invadente nelle vostre città, con i nostri prodotti contraffatti, con la nostra idea di democrazia che forse è l'unica possibile per far progredire un Paese.
Giornalisti cinesi unitevi e studiate meglio il marxismo, che con queste proteste da occidentali state tirando la testa fuori dal sacco, state facendo vedere al resto del mondo che anche IL partito può essere sconfitto, che tutto crolla, che la Cina non è più sanguinaria. Sembrate quei poveri idealisti dei russi che nel 1989 decisero di buttare giù l'Unione Sovietica, facendo ridicolizzare NOI, grandi comunisti democratici, davanti al resto del mondo! NOI non vediamo proteste e lamentele, noi non leggiamo la Costituzione Cinese, la mettiamo solo in pratica in base al nostro ideale di democrazia. NOI non censuriamo niente, siete voi, cari compagni comunisten cinesen, che non dite niente sul nostro operato ma anzi ci omaggiate di continuo. Allora, se tutto va bene e nessuno vede niente di strano, perchè siamo capitati a scusarci di qualcosa che non sappiamo, su un blog occidentale??
Forse perchè voi, cari compagnen cinesen, non vedete. Ma noi occidentali si. Noi abbiamo visto la protesta intelligente di alcuni vostri giornalisti, forse non molto compagnen, davanti alla sede del giornale che voi avete cercato di imbavagliare cambiando del tutto un editoriale e tessendo le lodi del vostro partito. Noi abbiamo visto le maschere che indossavano i giornalisti, senza volto, senza parole, senza futuro. Abbiamo visto e letto tutto. Potete mettere il cappio a una intera Nazione ma anche se dite che il resto del mondo non vi fa paura e che lo state conquistando con la forza, perchè non avete perso tempo a scrivere che la protesta è sotto controllo, che i responsabili della censura non sono stati dei vostri funzionari, che tutto va come deve andare?!
Forse perchè, in fondo, l'Occidente e le sue idee, continuano a far paura anche al grande drago rosso...
Alessia Cersosimo
lunedì 7 gennaio 2013
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