Sono trascorsi 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino. Ogni anno, il 9 novembre, milioni di persone scrivono di questo evento. I ragazzi molto giovani hanno la necessità di sapere di cosa si sta parlando, di capire che un muro non è IL Muro di Berlino, che dietro quel simbolo si celava un mondo intero di odio e fanatismo, e che oggi quel simbolo è stato distrutto. Le persone che, invece, hanno vissuto in prima persona il periodo storico in cui esisteva questo blocco di pietra altissimo a dividere la città di Berlino, hanno bisogno di ricordare.
Quel 9 novembre di tanto tempo fa, i cittadini di Berlino est riconquistarono la libertà. Questo è il punto.
Il muro era una sbarra contro l'esterno. Come una prigione in cui sono rinchiusi coloro che infrangono la legge, così la capitale della DDR era una palla di cemento armato, in cui erano forzatamente ammassate le persone che avevano avuto la sfortuna di abitare in quel lato della città di Berlino, al termine della seconda guerra mondiale. Quella gente non poteva indossare i jeans LEVI'S, ma doveva accontentarsi di stupide imitazioni made in comunismo. Non si poteva bere la COCA COLA, non si potevano mangiare prodotti che provenissero dal lussurioso mondo capitalista. La cosa peggiore, però, era che non si potesse andare al di là di questa palla "protetta" a colpi di mitra, altrimenti si avrebbe avuto modo di vedere ( nel vero senso del termine) tutto quello che la palla non doveva contenere. Non si poteva permettere che il capitalismo contagiasse quelle persone. Si negava la loro libertà di scelta.
La vera forza di un'idea sta nella sua capacità di persuadere le menti umane rimanendo astratta, diventando una forma del pensiero che cresce sempre di più quando viene messa a confronto con altre idee, diverse e opposte. Senza confronto non c'è libertà, mai. Se un'idea viene imposta, vuol dire che non era poi così forte.
Oggi nella vecchia Berlino est, cosa si vede? Si vedono casermoni di palazzi grigi e spenti, che sembrano risucchiare via l'originalità, l'individualismo, che dall'esterno sembrano imprigionare ancora quelle persone che si era tentato di omologare all'interno della palla di cemento.
Arrivi alla Porta di Brandeburgo e cosa c'è? C'è un pannello che ricorda la costruzione del Muro, iniziata proprio lì nel 1961. Il Muro è ovunque, spretto invisibile di un'era che non c'è più, di un pezzo di storia che i tedeschi hanno saputo scrivere solo quando hanno deciso di cambiarlo. Cambiare la storia si può, cercando la libertà. Attenzione allora, a chi la storia non la sa, a chi la storia non la studia, a chi non ne capisce l'importanza, perchè così facendo non sa che sta contribuendo a non scrivere nessuna pagina della storia, ma di quella futura.

